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100 km per la Cornelia in 24 ore. Con Andrea Pagnini
Lunedì, 18 Giugno 2018 14:19

Sabato 26 maggio 2018 alle 12 mio fratello Andrea darà avvio 
ad una impresa molto personale e molto originale

di Paolo Pagnini

 

 

Camminare per 24 ore consecutive percorrendo per almeno 250 volte l’anello di atletica del Campo Scuola di Pesaro per raggiungere la cifra tonda di 100 chilometri.

Non è di certo nuovo a camminate quantomeno originali, come quando in otto giorni è arrivato, partendo dal portone di casa a Pesaro e appunto camminando, fino alla “sua”Madonna di Campiglio, anzi più precisamente all’Hotel Catturanino di Campo Carlo Magno. Oppure quando ha percorso “Da Canazei a Canazei” un anello di quasi 140 chilometri comprendente 6 passi alpini con relativi saliscendi per un dislivello complessivo di circa 8.000 metri, in meno di 40 ore non stop.

Questa volta apparentemente sembra tutto più facile. In fondo, non ci sono trasferte per arrivare sul posto, o itinerari da studiare; non ci sono punti di non ritorno, attraversamenti di boschi, o lunghe tappe più o meno impegnative. Per l’intera durata dell’impresa Andrea si troverà a meno di mille metri in linea d’aria, da casa sua.

Ma l’insidia forse (al di là dell’impegno fisico di camminare, passo dopo passo, per millequattrocentoquarantaminuti) è proprio nascosta in questa sostanziale mancanza di obiettivi intermedi, se non quello di strappare, giro dopo giro, il foglio del numeratore.

Insomma, come spesso accade, e qui probabilmente con ancora più evidenza, la sfida è con se stessi. Giro dopo giro si tratta di respingere l’impulso a rinunciare.

Ecco dunque, ancora più del senso, lo spirito di questa impresa. Ancora una volta una espressione vitale che si realizza non per “averla fatta”, ma per “stare facendola”.

Al di là di ogni lecita e umanissima preoccupazione, sono sicuro che Andrea non vorrebbe assolutamente “addormentarsi stasera e risvegliarsi lunedì a cose fatte”.

Anche perché, tra l’altro, non c’è nulla di obbligatorio, non c’è un record da battere, non ci sono premi da vincere o somme da guadagnare. Si tratta sostanzialmente di qualcosa di inutile (al netto del fine benefico di cui parlo fra un po’). Ed è proprio questa sostanziale inutilità, che rende l’impresa motivata e credibile e in qualche modo addirittura necessaria. Allo stesso modo in cui rende superflua la presenza di arbitri e certificatori ufficiali.

L’aver scelto location e orario ben identificabili e facilmente memorizzabili,


rende inoltre questa sfida social e non solo in modo virtuale. Ormai siamo abituati a seguire attraverso il web e i social network quello che più ci interessa, senza limiti territoriali o temporali. La socializzazione, la condivisione, si realizza appunto, attraverso la connessione con la rete.

Ecco, qui invece è possibile, anzi utile, anzi necessario e dunque imperdibile, condividere di persona. Chiunque potrà, tra le 12 di sabato e le 12 di domenica, in un qualunque orario e per qualunque disponibilità di tempo, passare a salutare Andrea che, lo ricordiamo, non corre ma cammina, e dunque non avrà alcuna difficoltà a rispondere al saluto e magari concedersi per un selfie.

Si diceva del fine benefico, ideato in modo che chiunque lo vorrà potrà addirittura percorrere con il camminatore la distanza che più gli è congeniale, indossando la speciale maglietta disponibile, in cambio di una donazione, presso il punto assistenza della Associazione Cornelia de Lange.

Insomma, nessun alibi, nessuna scappatoia per chi, come me ad esempio, trova sempre il motivo per non partecipare a iniziative anche solo in odore di fatica fisica.

Insomma, ci siamo: le imprese precedenti di Andrea sono la base sulla quale poggia la voglia di riprovarci. Dopodiché non resta che partire. Questa volta tutti possono partecipare, accompagnando il camminatore: ognuno secondo la sua idea di percorrenza ideale. Ciascuno avrà così l’opportunità di misurarsi con se stesso, tentando di realizzare la propria personale impresa.

Con, in più, la consapevolezza che l’impresa è tale soprattutto se si spinge un po’ oltre quello che siamo abituati a considerare come un limite invalicabile, e dunque contiene, deve contenere la possibilità di non riuscire. Lo spirito dell’impresa è tutto nel rischio di insuccesso. Altrimenti è solo un esercizio.

Articolo tratto da https://ilfoglia.it/2018/05/25/lo-spirito-dellimpresa/

Questo evento era stato pubblicizzato anche su "Il Giornalino delle Famiglie" n. 42: ecco qui l'estratto.

Tutti i numeri dell'impresa di Andrea Pagnini

Vai all'articolo del Resto del Carlino on-line

Trovi tutti i dettagli anche nella pagina facebook dedicata

GUARDA LE FOTO! 

La partenza

La notte

La domenica

L'arrivo

 

 

 

 

 
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